
Il brand H&M in un ciclone mediatico per uno spot – African Fashion Gate risponde con una linea contro il razzismo
Nello scorso gennaio, il brand di moda H&M è finito al centro di un polverone mediatico a causa di una pubblicità alquanto discutibile. Un bambino nero che indossava una felpa verde con la scritta ”la scimmia più alla moda della giungla”.
Lo spot incriminato accusato via social
La scritta sulla maglietta è stata giudicata razzista e il brand è stato pesantemente attaccato dai social. Anche personalità importanti come LeBron James hanno espresso il loro sdegno sulla situazione.
Così, post al vetriolo e tweet con accuse di promuovere il razzismo hanno sommerso le pagine di H&M. Il brand ha poi deciso di cancellare la foto e chiedere scusa. “L’immagine è stata rimossa dal sito e ci scusiamo con tutti quelli che potrebbe aver offeso”, ha spiegato l’azienda.

La felpa incriminata del brand H&M
La felpa acquistabile sulla loro pagina inglese sotto “Printed hooded top”, è stata notata da Stephane Yeboah. La blogger ha catturato l’immagine in uno screenshot, diventato subito virale.
Secondo gli utenti, il termine scimmia sarebbe infatti spesso utilizzato in termini discriminatori e come insulto.
Immediata è stata la reazione del web che – infatti – ha duramente contestato l’iniziativa della multinazionale.
La protesta non si è esaurita online
Ma la protesta non ha riguardato soltanto il mondo on-line. In Sud Africa vestiti buttati a terra, vetrine danneggiate e cartelli contro H&M: diverse persone hanno saccheggiato i negozi del gruppo svedese.
Secondo Mbuyiseni Ndlozi, portavoce del gruppo di estrema sinistra Economic Freedom Fighters (Eff), la replica di H&M “è troppo poco” ed è avvenuta “troppo tardi”.
La protesta ha coinvolto, secondo quanto riportato da Reuters, sei negozi nella provincia di Gauteng e in particolare a Johannesburg, capitale economica del Sudafrica.
I manifestanti erano vestiti in rosso, avevano il logo di Eff e mostravano scritte come “Abbasso H&M” e “H&M dì ‘ciao’ alle scimmie più cool”.
Africa Fashion Gate ha sottoposto la questione al Parlamento Europeo

Nicola Paparusso
Un episodio che non è passato inosservato agli attivisti di African Fashion Gate, no profit internazionale operante proprio nella moda. L’ha considerato, infatti, un atto di discriminazione.
Da qui la decisione di sottoporre la questione al Parlamento Europeo attraverso un’interrogazione parlamentare. E’ stato chiesto l’intervento dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) o dell’UNAR.
«Intervento finora non avvenuto – spiega Nicola Paparusso, segretario di African Fashion Gate – nonostante il marchio low cost si sia seduto ad un tavolo di trattative con l’associazione e abbia riconosciuto quanto avvenuto come un ‘incidente di marketing’.
H&M ha cercato poi di correggere il tiro con una nuova campagna, promuovendo una filosofia volta all’inclusività.
Una linea di abbigliamento contro il razzismo
Il prossimo 30 ottobre, dopo aver a lungo interloquito con i vertici svedesi di H&M, incontreremo lo stato maggiore della compagine italiana – aggiunge Paparusso.
Chiederemo di risarcire il danno all’Umanità finanziando una campagna di comunicazione contro il razzismo.

AFG al Parlamento Europeo – Al centro Nicola Paparusso
L’intento è quello di produrre una linea di abbigliamento con lo slogan –NO BLACK NO FASHION. E destinare parte dei profitti alla costruzione di un accademia della moda in Africa.
Se non si giungerà alla ratifica di un accordo in tal senso allora torneremo alla protesta fuori ogni singolo negozio H&M.E coinvolgeremo le comunità nere di tutto il mondo.