
Naomi Campbell a Dakar per African Fashion Gate
“I sogni son desideri”
Non sono soltanto le parole del noto brano musicale del cartone animato Cenerentola di Walt Disney. Anche se non tutti riescono a realizzare i propri sogni, nessuno mai, potrà dire però di non averne avuti, perché, una “vita” senza di essi, non può definirsi tale. Questo assunto, vale per tutti ma soprattutto per i ragazzi. Di qualsiasi razza o colore di pelle essi siano, i ragazzi e le ragazze di questo mondo hanno, non solo il diritto di sognare, ma anche quello di tentare o quantomeno sperare di realizzare i loro desideri. Spesso però, per vedere realizzare le loro aspirazioni, scendono a pericolosi compromessi con determinati sistemi o aree della società. Ad esempio se chiediamo alle ragazze quale professione vogliono intraprendere da grandi, una gran parte di loro risponderà: la modella o la ballerina. Ma quanto è pericoloso questo sogno?
La Modella: un sogno pericoloso, l’opinione di Nicola Paparusso rispetto alle Modelle “grissino”
Il problema dell’anoressia appare sempre più drammatico, in una società che propone modelli e immagini pubblicitarie che inneggiano ad un concetto di forma fisica spesso distorto, che induce milioni di ragazzi e ragazze a dichiarare guerra al cibo. In questo senso fa molto piacere sentir dire, come è capitato di recente, che si vogliano vietare o almeno boicottare le sfilate di moda con protagoniste eccessivamente magre. L’emergenza anoressia colpisce duramente le società occidentali. La proposta di smetterla con le sfilate che hanno per oggetto le cosiddette ragazze grissino, ovvero quelle “spilungone” magrissime che, più che mettere in mostra il loro corpo (oltre agli abiti), esibiscono letteralmente le ossa e le sporgenze, è giunta tra gli altri da parte di AFRICAN FASHION GATE.
“È una vera e propria emergenza sociale”, ha asserito lo scrittore e produttore Nicola Paparusso, co-fondatore con il libanese Alex Kfoury di A.F.G. movimento etico-culturale con sedi in Dakar e Roma ma di cui si parla fuori dai confini africani ed europei. “Se gli stilisti proprio non vogliono capire quanto dannose e deleterie siano, per le ragazzine che fungono da spettatrici, le immagini delle modelle esageratamente magre, allora, è forse il caso di boicottare quelle sfilate. Ci sono stati più volte dibattiti televisivi, interviste, polemiche, e bla, bla, ma, alla fine, nulla è stato mosso. Le modelle, in fondo, per essere e restare magrissime oltre misura, vengono pagate. Fa parte del loro contratto di lavoro non poter ingrassare.
Ma gli stilisti, allora, perché venerano così tanto un fisico pelle e ossa? Come fa ad essere considerata una buona immagine, una foto che ritrae una donna dal corpo tanto ossuto? E, soprattutto, perchè non si pensa alle conseguenze negative che questi cattivi esempi provocano? Mi duole dirlo, ma la risposta è che per gli stilisti, i promotori e gli organizzatori delle sfilate, questa è una questione non affatto degna di nota, che può tranquillamente essere sottovalutata perché a loro interessano le vendite, i guadagni, il successo riscosso dai loro capi, il plauso del pubblico. Il numero delle ragazze che ogni anno sfiorano o vanno direttamente ad incontrarsi con una morte assurda e precoce, per loro è pressoché insignificante”.
Quando a sognare di fare le modelle sono le africane la cosa si complica di più
Le ragazze bianche sono patite della tintarella e per scurire la pelle, quando non possono farsi baciare dal sole, ricorrono a cosmetici o lampade solari. A loro volta le ragazze nere fanno il contrario: usano prodotti cosmetici nella speranza di schiarire la pelle e farla diventare bianca. Secondo l’Oms, le nigeriane sono le maggiori consumatrici di questi prodotti: il 77% li usa regolarmente. Sono seguite con il 59% dalle ragazze del Togo, dal 35% di quelle sudafricane e dal 25% di quelle del Mali. “Per queste giovani, sbagliando clamorosamente, schiarire la pelle vuol dire diventare più belle. Emulano le bianche che sfilano su quelle passerelle dove spesso il nero significa minoranza, minore opportunità. Purtroppo i danni che queste creme procurano non fermano le africane che costi quel che costi vogliono una pelle più bianca” afferma con rabbia lo scrittore. E poi, “I pericoli associati all’uso di alcune di queste creme, infatti, includono cancro al sangue come la leucemia e tumori al fegato e reni. Inoltre c’è anche il rischio di malattie gravi come la ocronosi, una forma di iper-pigmentazione che induce un colorito viola scuro della pelle” spiega Paparusso, citando gli studi dello scienziato Lester Davids. “Sono poche le persone che in Sudafrica e i Africa conoscono la concentrazione dei composti tossici che sono contenuti in questi prodotti, spesso recuperati dal mercato nero”. Negli scorsi sei anni si è avuto un incremento significativo nel numero dei mercati che offrono prodotti per lo sbiancamento della pelle, molti dei quali sono illegali. Si tratta di pratiche che, a lungo andare, provocano danni alla pelle molte volte irreversibili e chi come me lavora fianco a fianco con le modelle africane questo lo sa bene.
Storie di capelli lunghi e lisci, storie di extension.

Alex Kfoury e Nicola Paparusso, i fondatori di AFG
Naomi Campbell, una delle top model più belle e più pagate di tutti i tempi, si legge spesso che faccia largo uso delle extension.
La mancanza di una folta chioma viene considerata dalla maggior parte delle donne africane un antipatico inestetismo. Da questo disagio nasce in Africa e si sviluppa in maniera impressionante un business tutto “Made in Cina”, quello delle parrucche e delle extension. Questo rimedio estetico provoca nel tempo, l’alopecia da trazione o traumatica, causata dall’uso eccessivo di extension, parrucche e prodotti chimici. Questo tipo di calvizie è comune tra le donne che abusano di trattamenti chimici particolarmente intensi e prolungati sui propri capelli o che esagerano con acconciature troppo stressanti per il capello ed in cui vi è un’abbondanza di trazioni. Infatti, le classiche treccine afro e le extension con cucitura sono tra le più frequenti cause di calvizie da trazione. Questo tipo di alopecia può essere reversibile nei casi in cui ci si accorge in tempi brevi del danno, ma può diventare del tutto irreversibile nei casi in cui è presente da lungo tempo.
“Io chiedo a tutte le ragazze che vengono ad AFRICAN FASHION GATE per aiutarle a realizzare il loro sogno di diventare modella, di prendere in esame l’ipotesi di mettere via parrucche ed extension, e a qualcuna che ha una particolare conformazione del viso e della testa di tagliare completamente i capelli. Quello che mi riesce difficile fare intendere a queste ragazze, è che devono sfoggiare i capelli naturali perché la loro bellezza infinita non ha bisogno di rimedi o trucchi. Anche una testa rasata potrebbe essere sinonimo di fierezza di quella meravigliosa genetica, di quel regalo che il Creatore ha voluto dedicargli dalla nascita. Le ragazze africane, che siano di campagna o figlie di famiglie borghesi, sono sempre eleganti nel portamento e non hanno nulla da invidiare alle caratteristiche antropologiche delle donne europee, americane ed asiatiche”.

Edwin
L’Africa: un serbatoio inverosimile di bellezza femminile e maschile “inosservato”
“Per tante ragioni questo patrimonio genetico non emerge poi così tanto sulle passerelle dell’alta moda” affermano Paparusso e Kfoury. Proprio questa è la mission che si propone, attraverso AFRICAN FASHION GATE, la task force di A.F.G. rappresentata dalla leggendaria Top Model Helena De Jesus: incrementare sulle passerelle dell’alta moda internazionale la presenza di modelle e modelli africani. Proprio a Dakar, meravigliosa capitale del Senagal nei giorni scorsi, al termine della visita dei vertici della maison BVLGARI ad Afg e al Presidente del Consiglio dei Ministri senegalese, è avvenuto il più imponente cast di bellezze nere da inserire nella scuderia della African Fashion Gate Ethical Agency, che non è una comune agenzia di modelle e modelli, ma una realtà da cui attingere il meglio di quel meraviglioso patrimonio genetico che mai sarà sottoposto a rigide regole di innaturale magrezza. Saranno siglati accordi tra la A.F.G. e le più importanti agenzie di management africane, americane e europee e da subito saranno messe sotto contratto alcune delle più belle aspiranti modelle ma anche alcuni scultorei modelli. Paparusso nella sua intervista non fa mancare stoccate ai fashion designer, pubblicitari e organizzatori di eventi rei di trascurare la presenza sulle passerelle di top model appartenenti a minoranze etniche, favorendo esclusivamente le bianche. “La scelta di una modella dovrebbe essere basata soltanto sulla sua bellezza e sul suo talento, non sul colore della sua pelle“, afferma Paparusso ricalcando quanto già denunciato da Naomi Campbell che pubblicò i dati di un’indagine da cui risultava che alla Fashion Week di New York precedente alle sue dichiarazioni, soltanto il 15% delle modelle salite in passerella erano nere o asiatiche. Ma la più famosa modella nera del Mondo non si limitò a tanto e aggiunse: “Questi atteggiamenti sono veri e propri atti di razzismo” e poi “Non dico che i designer di alta moda siano personalmente razzisti, ma il loro comportamento lo diventa quando escludono modelle di colore”. “Naomi, è stata molto coraggiosa” afferma Paparusso, e aggiunge: “ha pubblicamente accusato molti dei grandi nomi del fashion internazionale. La Venere Nera si disse poi tuttavia fiduciosa che alla settimana della moda di Londra, iniziata nei giorni successivi all’intervista ci sarebbe stato più spazio per le fotomodelle nere e asiatiche, e in effetti i responsabili della manifestazione fecero appello alle case di moda affinché i loro show riflettessero l’atmosfera multiculturale e multietnica della capitale britannica”.

Naomi-Campbell
Sempre il Responsabile di AFG poi precisa: “In questo mondo però, a dire il vero, c’è già chi con il suo impegno ha dimostrato la sua sensibilità e lo ha fatto con coraggio e senza risparmiarsi in alcun modo. La direttrice di Vogue Italia, Franca Sozzani, che personalmente stimo tantissimo, pubblicò sul numero di luglio solo modelle di colore. La sua scelta di mettere nel numero di luglio solo modelle nere fu un omaggio alla loro bellezza. Infatti, da qualche anno sul sito della rivista c’è la sezione VBlack, che raccoglie articoli che hanno per oggetto solo modelle, stilisti o personaggi famosi di colore”.
La Campbell e Iman, l’ex fotomodella africana sposata con David Bowie, hanno fondato di recente la Diversity Coalition, un’associazione diretta a combattere la discriminazione razziale nel mondo della moda. Per questa ragione, i fondatori di AFG Alex Kfoury e Nicola Paparusso intendono formalmente gemellarsi, con questa iniziativa, nel mese di novembre, durante l’auspicata visita della Venere Nera a Dakar. A riceverla ci sarà l’Ambasciatrice alle Pari Opportunità di AFG De Jesus, le Autorità Senegalesi, le tante fans africane ma anche LE CYGNES NOIRS.
Les Cygnes Noirs
La sua immagine è da sempre usata come il simbolo della bellezza femminile e della regalità, ma anche del portamento elegante per il suo modo maestoso di scivolare sullo specchio d’acqua. Prima della scoperta dell’Australia si credeva che tutti i cigni fossero bianchi e quindi si era creato l’assunto: “Tutti i cigni sono bianchi”. Una volta giunti in Oceania si venne a scoprire una varietà di cigno nera, che rompeva questo assunto. Da allora il termine ‘cigno nero’ è stato usato per indicare tutti quegli eventi, non previsti, che in qualche modo vanno ad alterare la visione comune delle cose. “Questo sono le nostre ragazze: cigni scelti in questa Terra. Tra le tante che sognano questa professione, le nostre modelle impareranno a muoversi con quel portamento, quella classe e sinuosità che consentirà loro di meritare la giusta percentuale di presenza su quelle passerelle extracontinentali che dovrebbero far sfilare non solo tutti i colori delle stoffe e tessuti ma soprattutto quelli della pelle che furono opera del più grande degli stilisti dell’Universo: DIO” questa frase di grande effetto la pronunciò Paparusso alla stampa giorni prima di formare il cast e il suo effetto fu quello di impensierire l’ambiente. Oggi quei cigni portano il nome di Coumbelle Kane, protagonista delle pagine di The Guardian, e Le Monde, con il ritratto firmato dall’obiettivo del famoso fotografo Daniele Tamagni. La stessa modella poi prescelta come protagonista di un video con musiche e testi di Stevie Wonder. Poi ancora, Fatou Katoucha Diop, Assy Tourè, Edwin Camara, Awa Diop e infine il fascinoso Baidiche e la casting manager Terry Devol già è pronta per avviarli alla loro formazione professionale intercettando le giuste figure del settore.

FATOU KATOUCHA DIOP
AFG Academy
Far emergere non solo la bellezza, ma anche i talenti dai luoghi del continente Africano. La purezza intellettuale legata al riciclaggio dei materiali utilizzati nelle loro opere caratterizza la loro arte ricca di significato e ne valorizza il genio artistico. Questi artisti sconosciuti se aiutati, possono esprimersi a livelli altissimi, l’interesse di AFG è di intraprendere un cammino che possa portarli ad esporre le loro opere sul territorio e fuori dai loro confini nazionali. La stessa opportunità vuole essere offerta agli stilisti e designers africani. L’obiettivo è quello di far conoscere l’arte Africana anche al di fuori del suo continente, dare una possibilità ai talenti della creatività di esprimersi e di trasformare la loro vocazione in una vera professione nonche’ di sperimentare contaminazioni ad ogni livello culturale. Da qui l’idea, che sta diventando realtà, di creare nella costruenda nuova città di Dakar, una moderna cittadella degli studi della Moda e del Designer denominata appunto AFG ACADEMY, sul modello già esistente del più famoso degli istituti europei di studi del settore lo IED (ISTITUTO EUROPEO DEL DESIGN) già presente con le sue sedi in mezzo mondo. Presto quindi AFG attraverso le sue iniziative alimenterà la realizzazione della prima ACCADEMIA DELLA MODA E DEL DESIGNER dell’Africa. “Sono in corso vivaci ricerche di agreement con le Istituzioni Governative e Sociali e prima che possiate immaginare vi daremo notizie sul progetto” ci risponde al telefono Alex Kfoury, libanese di origine ma figlio adottivo del Senegal da tantissimo anni che aggiunge “in questi giorni AFG è stata presente nella sede romana dello IED su invito dello School manager di Roma: Antonio Venece e la Direttrice della Scuola di Design della Comunicazione, Ilaria Legato, per parlare delle sue attività, in quanto African Fashion Gate destando tanto interesse nella società, è divenuta oggetto di un progetto di tesi per quegli studenti che presto ci auguriamo ospitare in Dakar”.
- Terry Devol
- Assy Touré
- African Fashion Gate