
Promised Land
Promised land, la terra promessa cantata da Numa. Promised land ( in italiano Noi siamo amore) è un brano e un progetto interamente dedicato e in supporto dei popoli che fuggono dalla miseria e dalle guerre. Per tutti coloro che sono alla ricerca della libertà di reli
gione e della libertà di vivere. Il brano Noi siamo Amore scritto Phil Palmer, Paul Bliss Renato Zero e Vicenzo Incenzo è interpretato da Numa (cantante, autrice e produttrice) e vede la partecipazione di alcuni tra i più grandi musicisti del mondo come Steve Ferrone.
Noi siamo amore rappresenta la terra promessa che tutti cerchiamo e che risiede prima di tutto nei nostri cuori, nella nostra capacità di creare un nuovo inizio e di vivere senza nessun dominio e senza nessuna povertà. La canzone tratta un tema attualissimo quello dei rifugiati e dei profughi,di chi è costretto ad abbandonare la propria casa per cercare un futuro migliore.
Il brano ha una versione italiana e una inglese ed è un progetto aperto alla traduzione in tante altre lingue con lo scopo di coinvolgere e abbracciare il più possibile culture e nazioni diverse. Emanuela Palmer in arte Numa è un’artista da sempre impegnata in progetti umanitari e animalisti e ha sempre creduto nella musica come grande veicolo di messaggi di fratellanza e aggregazione.
Le chiediamo di raccontarci meglio il significato di questo importantissimo progetto .
Cosa rappresenta Promised land?
Promised land – dice Numa – è un inno, alla pace, alla tolleranza all’ uguaglianza. Promised land siamo noi.Promised land è una canzone in realtà. Che cosa può fare una canzone? Che cosa possono fare i musicisti? Io, Phil Palmer, Renato Zero, ma anche tutti gli artisti del mondo, crediamo profondamente che la musica abbia un potere di amore, di guarigione che è immenso. La musica è davvero il più grande esperanto del mondo, cioè quella lingua che mette d’accordo tutti, che fa parlare tutti, che dà una forza emotiva a chi la ascolta e a chi la canta.”
Come è nata la canzone?
“Abbiamo riscoperto questo lavoro preziosissimo scritto da Phil Palmer e Paul Bliss 20 anni fa e più che mai attualissimo. Quando l’abbiamo ascoltato ci siamo commossi fino alle lacrime. E ci siamo detti “Ecco il messaggio che cercavamo“. L’ho inciso in inglese in quanto e’ un progetto internazionale. E L’autore del testo per la versione Italiana che si intitola “Noi siamo amore” è niente meno che Renato Zero.

Noi siamo amore
Un brano che ci sensibilizza nei confronti di noi stessi, ma anche degli altri popoli alla ricerca della propria felicità e libertà?
“Crediamo che la terra promessa sia innanzi tutto qualcosa che abbiamo dentro il nostro cuore e non necessariamente qualcosa da ricercare al di fuori. Il popolo non è fatto solo di rifugiati, ma anche di migranti. Quanti esseri umani ricercano altrove la propria libertà? Libertà di religione, di esprimere la propria cultura, ma soprattutto libertà di amarsi. Dove non c’è la libertà di esistere, di amare, di credere, di costruire un futuro, di lavorare, non c’è vita.
Promised land quindi tocca tutti noi da vicino
Ok”Tutti noi rappresentiamo un po’ il concetto di promised land. Non dobbiamo pensare che il problema sia lontano o che a noi non potrà mai succedere di subire una guerra o perdere la nostra libertà perchè se c’è la fame nel mondo e la sacralità della vita non è centrale siamo tutti in pericolo. Dovremmo aiutare questi popoli a ritrovare la felicità nel loro paese e nelle loro case e laddove non sia possibile dovremmo comunque sempre sviluppare da parte nostra più senso di solidarietà e generosità.
“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” E questo è un grande sogno che vogliamo realizzare da oggi in poi.Gandhi
Cosa può fare la musica in questo senso?
“Promised land non deve vendere dischi come una macchina automatica da business, ma deve entrare nelle bocche, nel cuore delle persone è un messaggio che tutti devono cantare perché poi diventi una realtà di vita. Un inno alla fratellanza. Nel brano abbiamo citato, in tante lingue, una frase di Gandhi che dice: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” E questo è un grande sogno che vogliamo realizzare da oggi in poi.”
Raccontaci di te come hai superato le difficoltà incontrate nel corso della vita?
“Nella mia adolescenza e fino a verso i 30 anni devo ammettere di aver sofferto tantissimo, non avevo ancora compreso il significato di quelle esperienze che all’ epoca definivo negative le quali invece nascondevano degli importanti insegnamenti e delle vere e proprie lezioni di vita.Sembrava che ogni scelta che facessi fosse sbagliata, il lavoro zoppicava ,mi ero già separata dal papà di mia figlia, mi ero innamorata di un uomo che era in crisi con il suo matrimonio con già due figli ma non separato. Non avevo un buon rapporto con mio padre, insomma un disastro.Eppure era lì la terra del Budda ovvero il luogo dove io dovevo fare la mia rivoluzione umana,crescere maturare il volano della direzione della mia vita.
L’hai trovata la tua terra di Budda?
“Da piccola cercavo sempre il mio posto e non lo trovavo mai. Non mi bastava semplicemente stare al mondo. Cercavo la mia missione, quel valore aggiunto che raggiungi solo quando comprendi il senso più profondo della vita. Ho capito solo col tempo che quel senso poteva darmelo solo la comunicazione con gli altri esseri umani. Con l’esperienza artistica sono riuscita a trovare il modo per creare quel dialogo e quell’empatia con gli altri, che mi hanno aiutata a focalizzare il mio ruolo e ciò che mi faceva felice, che mi ha aiutata a sviluppare saggezza e rispetto per me stessa. E’ stato molto difficile. Un percorso che mi ha fatto capire quanto noi possiamo essere fondamentali nella percezione delle nostre esperienze. Non esistono esperienze realmente negative. Sta a noi decidere se affrontarle come un qualcosa che ci aiuti a maturare, o se farle diventare motivo di sofferenza. Quando sono cambiata io all’ improvviso tutto intorno a me e’ cambiato. Tutte queste problematiche non c’erano più. mio padre e’ oggi la persona che più mi sostiene e mi e’ vicina al mondo, il mio lavoro e’ esploso, e quell’ uomo straniero non ancora libero e in crisi, oggi e’ mio marito e ci lega un rapporto fatto di amore e di gioia. Dobbiamo cercare di imparare dalla vita e capire cosa ci sta dicendo”.la vita stessa con tutte le sue esperienze e’ la terra del buddha.
Dove non c’è la libertà di esistere, di amare, di credere, di costruire un futuro, di lavorare, non c’è vita.
Il brano Promised land sostiene la libertà in tutte le sue declinazioni, e quindi anche la libertà di religione. Che rapporto hai con la fede?
“Pratico Il buddismo giapponese di Nichiren Daishonin. Ed e’ grazie a questa questa fede che ho abbracciato che oggi sono una persona felice. In generale comunque ho un grande rispetto per tutte le persone che hanno una fede religiosa o una filosofia di vita, perché penso che chiunque preghi, chiunque cerchi di spegnere l’aspetto razionale ed egocentrico per nutrire la propria anima , debba godere della massima stima. Spero però che questi percorsi religiosi sviluppino poi nella persona una consapevolezza, una grande compassione e una grande empatia. Perché gli altri siamo noi. E sta proprio a noi decidere se con questa frase abbiamo detto una grande verità o una gran banalità. Io pratico buddismo da vent’anni, ma sono in totale armonia e ho un profondo rispetto per chiunque pratichi un’altra religione. Non potrei mai imporre un percorso spirituale a nessuno, eppure lo auguro a chiunque. E soprattutto auguro di acquisire uno spirito di ricerca in grado di portare a farsi delle domande e di trovare anche le giuste risposte, non a livello intellettivo, chiaramente, ma a livello spirituale ed esistenziale. Auguro a tutti di trovare la loro missione nella vita. Si dovrebbe andare oltre se stessi, trascendere la realtà tangibile, le nostre credenze e sterotipi e capire che la vita è eterna ma conta solo l’attimo presente,ovvero quello che ogni momento decidiamo di essere e di fare, affinché si possa migliorare il futuro.
Dobbiamo capire che ogni altra persona è la nostra stessa vita
Dobbiamo capire che ogni altra persona è la nostra stessa vita. Che l’individuo di per se è immenso, ma non può esistere senza essere unito a tutto ciò che ha intorno. Perché restare soli nella propria individualità rende vulnerabili e disconnessi con un tutto più grande. Ci disconnette dall’amore. Ed è solo accorgendosi che l’individuo non è separato dal resto del mondo che si diventa fortissimi e soprattutto empatici”.

Numa
A proposito di amore, che ruolo ha avuto la tua storia con Phil nella tua vita personale e artistica?
“Questa storia mi ha fatto conoscere cos’è l’amore incondizionato e non strategico, e quanto si possa lottare per esso se ci si crede fermamente. Come si debba mettere da parte l’orgoglio e l’arroganza quando si ama. Non parlo di annullamento e di umiliazione, ma anzi della grandissima forza dell’amore quando non vuoi niente in cambio, quando non vuoi cambiare l’altro, non vuoi ferirlo, ma solo aiutarlo e supportarlo. Questo è quello che è successo a me con Phil. E’ stato difficilissimo perché noi vivevamo entrambi delle situazioni complesse e abbiamo dovuto lottare per poter stare insieme. Non volevamo far soffrire i nostri figli, non volevamo provocare cambiamenti troppo traumatici nelle loro vite. Abbiamo sperato fino all’ultimo di poterli accompagnare in questo cambiamento e di poterli abbracciare con questa nostra immensa passione. Ho capito che l’amore è un percorso profondo, complesso, dove si deve sviluppare tanta consapevolezza e mettere da parte il possesso, perché quando ami qualcuno quella persona non è tua. Devi rispettare profondamente quello che sente l’altro. Noi abbiamo viaggiato in tutto il mondo, abbiamo creato insieme un lavoro affinché potessimo aiutarci anche professionalmente. In molti mi hanno chiesto se in qualche modo mi sentissi schiacciata dalla grandezza di Phil, ma queste sono stupidaggini. Io e Phil ci siamo davvero completati e ognuno ha sempre portato nel rapporto ciò che aveva da offrire. Lui mi ha insegnato il metodo, la professionalità, la precisione. Io gli ho insegnato come credere nell’impossibile, nell’aprirsi, nel credere in se stesso al di là dell’età, delle lingue e dei pregiudizi. Grazie a lui sono maturata molto. Una cosa bellissima è che Phil ha sempre voluto che io coronassi il mio sogno artistico, in base alla mia vita, al mio vissuto. Il progetto Numa è proprio quello dell’essere umano che ha usato la musica per raccontarsi. Un modo per raggiungere gli altri”.
- Numa